Public Program/

Neïl Beloufa

Proiezione all’aperto dei film di Neïl Beloufa

Il Public Program dedicato alla mostra “Digital Mourning” di Neïl Beloufa si apre con una serata di proiezioni all’aperto su grande schermo di quattro dei più iconici film dell’artista, in una sequenza che restituisce il suo lavoro alle dimensioni e alla fruizione cinematografica. Nella mostra “Digital Mourning” infatti Beloufa ha volutamente sottratto i suoi film a una visione completa e su grande schermo, frammentandoli all’interno di installazioni o rendendoli fruibili sui dispositivi digitali dei visitatori.
Il percorso di Beloufa è da sempre caratterizzato da una significativa produzione di film e video, presentata anche in importanti eventi cinematografici come l’International Short Film Festival Oberhausen e la Berlinale e questa serata vuole restituirne una panoramica.
I titoli scelti, proiettati in ordine cronologico, sono Kempinski, Brune Renault, Party Island e Occidental, mentre tra un film e l’altro vengono proposti alcuni episodi di Screen Talk, un adattamento in forma di mini-serie per il web di un altro video dell’artista Home is Whenever I’m With You.
Il programma propone, nei diversi formati del corto e del lungometraggio, una panoramica su stili e linguaggi della produzione audiovisiva di Neïl Beloufa che ripercorre con ironia e gusto del paradosso stereotipi della nostra società e modelli cinematografici, dal sci-fi alla docufiction, dal road movie alla fantasia distopica.

Programmazione Neïl Beloufa Film Night 

  • Ore 21 – 21.30
    Screen Talk: episodi 1 – 2 – 3 – 4
    Kempinski
  • Ore 21.30 – 22
    Screen Talk: episodi 5 – 6 – 7 – 8
    Brune Renault
  • Ore 22 – 22.30
    Screen Talk:  episodi 9 – 10 – 11 – 12
    Party Island
  • Ore 22.30 – 24
    Screen Talk: episodi 13 – 14 – 15 – 16
    Occidental

I film sono proiettati in lingua originale con sottotitoli in inglese


Kempinski (2007), il primo film realizzato da Beloufa quando era ancora studente durante un viaggio a Bamako (Mali), è ambientato in un futuro al tempo stesso onirico e distopico. Girato nella forma di finto documentario, o docufiction, il lavoro presenta un immaginario che ribalta gli stereotipi tra nord e sud del mondo e tra presente e futuro, anticipando l’estetica afrofuturista. Il film segna il riconoscimento internazionale di Beloufa, ancora molto giovane, come uno degli artisti/filmmaker più interessanti della sua generazione, in grado di sovvertire categorie e linguaggi tra arte e cinema.

In Brune Renault (2010), una Renault 11 rossa è al centro di un road movie che ritrae quattro adolescenti, due ragazze e due ragazzi, mentre guidano nella notte e si scambiano brevi dialoghi che, spaziano tra banalità, gelosia e seduzione, e suggeriscono una tensione romantica. Il film è composto da diversi episodi, ognuno dei quali senza un chiaro inizio o fine, ed è accompagnato dal suono del medesimo estratto della cover di House of the Rising Sun di Johnny Hallyday che connette i diversi capitoli.

Party Island è un cortometraggio del 2012 riproduce, sullo sfondo di uno scenario volutamente artificiale e low-fi, gli stereotipi tratti dalle serie tv, pubblicità e reality show dominati dall’immaginario idealizzato e consumistico di vacanze esotiche, feste e situazioni di svago tanto spensierate quanto irreali. Per tutta la durata del film i protagonisti, giovani donne e uomini di bell’aspetto ma senza una vera identità, recitano slogan, frasi fatte ed esclamazioni di entusiasmo e divertimento generando nello spettatore un effetto progressivamente sempre più spaesante e a tratti esilarante.

Occidental (2017), il più importante lungometraggio di Neïl Beloufa, presentato nel 2017 alla Berlinale, è una riflessione sui labili confini tra realtà, menzogna e finzione, soggettività e oggettività, pregiudizio ed effettiva impossibilità di assumere uno sguardo imparziale. Il film è stato girato nello studio dell’artista, all’interno del quale è stato costruito un imponente set scenografico che riproduce nel dettaglio l’Hotel Occidental, un immaginario albergo in stile anni settanta che richiama nel nome la retorica colonialista. Sullo sfondo di una Parigi sotto assedio, tra manifestanti e barricate che invadono le strade, Antonio e Giorgio, due italiani che si presentano come una presunta coppia, si recano alla reception dell’hotel chiedendo una suite matrimoniale. Diana, direttrice dell’albergo, diffidente delle intenzioni dei due italiani che parlano fra loro in francese, chiama la polizia innescando un climax di tensione e sotterfugi che coinvolge gli altri ospiti e i dipendenti dell’hotel. In una situazione in cui tutti i personaggi dichiarano il falso, diventa impossibile discernere la verità e andare oltre pregiudizi quali l’omofobia, il razzismo, la misoginia e il timore di un ipotetico attacco terroristico.

Screen Talk (2020–in corso) è un progetto sperimentale di produzione e distribuzione online che adatta in una mini-serie per il web il video Home is Whenever I’m With You, girato nel 2014. Il film è ambientato in un mondo affetto da una pandemia dove due laboratori farmaceutici sono in competizione per la ricerca di una cura contro un virus. Nato come una narrazione fittizia e distopica, ironica e paradossale, la narrazione contenuta in questo video assume oggi nuovi significati, per la sua capacità di anticipare con sguardo critico l’odierno scenario in cui le relazioni sociali rischiano di passare esclusivamente dai canali digitali. In occasione della mostra “Digital Mourning”, Screen Talk trova una dimensione installativa anche nello spazio di Pirelli HangarBicocca.