/
La Stazione
13 Ottobre 2011 – Ore 19.30
Incontro con Herbert Distel ore 19.30
Diffusione ore 21
Un progetto Istituto Svizzero di Roma
Ospitato da Fondazione HangarBicocca
Nell’ambito del progetto I was driven on and on a cura di Filipa Ramos
Prima diffusione dal vivo in Italia di La Stazione di Herbert Distel (1942, Berna), contributo essenziale nel campo della composizione musicale ambient-concreta ed uno degli episodi più importanti nella storia delle relazioni tra arte contemporanea, pratiche concettuali e musica. La Stazione è stata realizzata nel 1987 a partire di registrazioni audio della Stazione Centrale di Milano. La presentazione dell’opera sonora di Herbert Distel costituisce l’ultima tappa del progetto I was driven on and on, un programma di incontri sulle modalità di rapporto tra spaesamento/ossessione e produzione/condivisione, svoltosi tra Roma, Venezia e Milano nel corso del 2011. La Fondazione HangarBicocca collabora con l’Istituto Svizzero di Roma, accogliendo la diffusione di La Stazione di Herbert Distel. L’occasione offerta dall’ISR si inserisce tra l’altro in un progetto dell’Hangar Bicocca di riscoperta e proposta di figure artistiche seminali contraddistinte da un percorso transdisciplinare e legate al territorio milanese. Nel 1987 l’artista svizzero Herbert Distel ha realizzato una serie di field recordings all’interno della Stazione Centrale di Milano, che hanno costituito la base per la creazione di un’opera sperimentale in cinque parti divise in due atti. Considerata uno dei capolavori della musica ambient concreta, La Stazione è stata creata seguendo il modello dell’opera La Collina (1947) di Mario Peragallo e si è basata sulla Spoon River Anthology.
Ciascuna delle cinque parti è dedicata a una personalità italiana:
Trecentocinquantatre (Arturo Schwarz)
Torino-Ritardo (Matilda von Meysenbug)
Capocaponeralearti (Federico Paternina, un produttore di vini della Rioja)
Transeuropexpress (Teresita Fontana, vedova di Lucio Fontana)
Diretto – Binario sette (Valeria Manzoni, madre di Piero Manzoni)
I sottotitoli di ciascuna delle parti si basano su annunci della stazione ferroviaria, che si mescolano con una base musicale continua. Contemporaneamente si riconoscono i treni sferragliare, le porte che si chiudono, diversi annunci, fischi di capotreni e persone che corrono. Tutte queste fonti sonore sono state elaborate e stratificate, dando così forma ad un unico paesaggio sonoro, con una combinazione auratica ed onirica fra rumori industriali e riverberi.
Herbert Distel è un artista concettuale svizzero che realizza opere e produce situazioni che in diversi modi propongono nuove modalità di relazionarsi con il reale, sia esso la storia dell’arte del ventesimo secolo e il suo rapporto con la museologia (Museo dei Cassetti, 1977), sia la produzione di oggetti scultorei di grandi dimensioni abbandonati nell’oceano (Project Canaris, 1970), sia infine il rapporto fra spazio, individui e suono, come nell’opera La Stazione.
Herbert Distel (Berna, 1942) ha studiato litografia a Parigi presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts (1963-64) e iniziato a creare sculture dalle forme geometriche a metà degli anni Sessanta. Nel 1968-1969 ha cominciato a realizzare sculture a forma di uovo e nel 1970 ha dato vita a Project Canaris, in cui ha messo in acqua un uovo di 3 metri in polistirolo sulla costa dell’Africa occidentale che ha poi raggiunto la costa di Trinidad sette mesi più tardi. Lo stesso anno ha installato Monumento Canaris, un uovo in granito di 22 tonnellate lungo la strada tra Basilea e Chiasso. Tra il 1970 e il 1977 Distel ha prodotto uno dei primi esempi noti di utilizzo di pratiche museali da parte di un artista attraverso il suo Museo dei Cassetti (Das Schubladenmuseum), un armadio con 25 piccoli contenitori che raccolgono opere di artisti come Arnulf Rainer, Pablo Picasso, Joseph Beuys, John Baldessari, Carl Andre, Nam June Paik, Valie Export, Ed Ruscha, Dieter Roth o John Cage. Il Museo dei Cassetti è stato uno dei tre musei d’artista esposti da Harald Szeemann a Documenta 5 (1972), e poi presentato al Cooper-Hewitt Museum di New York ed appartiene attualmente alla collezione del Kunstmuseum Zurich. Dal 1985-1987 Distel ha studiato a Berlino con i registi Krzysztof Kieslowski e Edward Zebrowski. Nel 1993 Distel e Peter Guyer hanno completato il video Die Angst Die Macht Die Bilder des Zauberlehrlings, a partire da found footage. Soundwork (1971) è la sua prima opera basata sull’utilizzo del suono, creata a partire del re-editing delle voci degli astronauti di Apollo 13, mescolate con la Rapsodia in Blu di George Gershwin.