Public Program/

Carsten Nicolai

I film scelti da Carsten Nicolai è il secondo appuntamento di HB Public dedicato ai film scelti dagli artisti di HangarBicocca. Un modo per approfondire la visione della mostra avvicinandosi alla cultura dell’artista e ai suoi mondi di riferimento attraverso il linguaggio coinvolgente ed evocativo del cinema.

I film scelti da Carsten Nicolai – artista, musicista ed esponente di spicco della scena culturale di ricerca tedesca – fanno riferimento a un universo visivo e tematico tra film di fantascienza e surrealismo. Tutti i titoli – di cui alcuni mai rappresentati in Italia – sono diventati dei veri e propri culti presso gli artisti, i filmmakers e il pubblico degli appassionati sia grazie ai loro autori e protagonisti (dagli allora giovanissimi George Lucas e David Lynch a un David Bowie al culmine della sua carriera), sia per la loro forza immaginifica e visionaria. Questi film, pur molto diversi tra loro per epoca e stile, rappresentano un mondo trasformato dalla tecnologia e dai media in cui si svolgono, sullo sfondo di scenari apocalittici o futuristici, vicende avventurose e surreali intorno ad alcuni dei grandi temi della nostra contemporaneità: il controllo delle menti attraverso i media e la tecnologia; la pervasività delle macchine nella quotidianità dell’uomo; il conflitto tra società sempre più omologanti e normative, e le individualità che ad esse si ribellano.

Ogni giovedì alle 21 dal 27 settembre al 18 ottobre 2012
In collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana

Programma delle proiezioni 

Giovedì 27 settembre
Ore 21

La Jetée
Regia e sceneggiatura: Chris Marker; interpreti: Jean Négroni (voce narrante), Hélène Chatelain, Davos Hanich; Francia, 1962, b/n, 28’

Ore 21.30
THX 1138 (L’uomo che fuggì dal futuro)
Regia: George Lucas; sceneggiatura: George Lucas, Walter Murch; interpreti: Robert Duvall, Donald Pleasence, Don Pedro Colley; USA, 1971, colore, 86’

Giovedì 4 ottobre
The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla Terra)
Regia: Nicolas Roeg; sceneggiatura: Paul Mayersberg; interpreti: David Bowie, Rip Torn, Candy Clark; Gran Bretagna, 1976, colore, 138’

Giovedì 11 ottobre
Alphaville. Une étrange aventure de Lemmy Caution (Agente Lemmy Caution – Missione Alphaville)
Regia e sceneggiatura: Jean-Luc Godard; interpreti: Eddie Constantine, Anna Karina, Akim Tamiroff; Francia/Italia, 1965, b/n, 98’

Giovedì 18 ottobre
The Elephant Man 

Regia: David Lynch; sceneggiatura: Christopher De Vore, Eric Bergren, David Lynch; interpreti: Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft; USA, 1980, b/n, 124’

La Jetée
È il cortometraggio forse più famoso del cinema di ricerca, e racconta attraverso una sequenza di immagini e una voce narrante che danno vita a un vero e proprio fotoromanzo su pellicola, la storia struggente di un uomo alla ricerca della propria storia. Ambientato in una Parigi post-atomica distrutta dalla Terza Guerra Mondiale, La Jetée vede il suo protagonista – prigioniero di un regime oppressivo che lo utilizza come cavia per sperimentare la possibilità di viaggiare nel tempo – muoversi tra passato e futuro alla ricerca del volto di una donna amata e del senso di un’immagine impressa nella propria memoria di bambino che lo perseguita. Il film – che prende il suo titolo dalla banchina dell’aeroporto dove si svolge la scena clou – parla dell’impossibilità di cambiare il proprio destino, del potere delle immagini sulla nostra mente, della nostalgia per un mondo che già negli anni ‘60 del XX secolo appariva sul punto di scomparire per sempre.

THX 1138 (L’uomo che fuggì dal futuro)
Primo lungometraggio del regista di Star Wars, il film è un capolavoro di ricerca visiva e capacità immaginifica, poco noto al grande pubblico a causa del suo linguaggio quasi sperimentale e delle delicate questioni affrontate: il controllo sociale attraverso i media e le macchine, la repressione della sessualità, l’utilizzo strumentale degli psicofarmaci e della religione da parte dei regimi totalitari. Ambientato in un futuro da incubo in cui l’umanità vive sotto terra ed è individuata da numeri anziché da nomi, L’uomo che fuggì dal futuro racconta la lotta di un individuo, THX 1138, per recuperare la propria umanità, l’amore e, in ultima istanza, la libertà. Il film è stato restaurato e rieditato dal regista stesso nel 2004 e ancora oggi stupisce per la sua capacità di anticipare, oltre quarant’anni fa, temi ed estetiche poi entrate a far parte dell’immaginario comune.

The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla Terra)
Basato sul romanzo omonimo di Walter Tevis, il film divenne famoso grazie alla presenza di David Bowie, alla sua prima perfomance cinematografica. Bowie intepreta Thomas Jerome Newton, un extraterrestre che capita sulla Terra alla ricerca di acqua per il proprio pianeta morente e, diventato un ricco industriale, viene progressivamente travolto in una discesa agli inferi che ha il suo culmine quando, scoperta la sua natura, viene imprigionato per sempre sulla Terra. Caratterizzato da una narrazione volutamente discontinua e non lineare e da un’estetica ricercata, The Man Who Fell to Earth è una parabola sulla decadenza della Terra vista con gli occhi di un “alieno” incapace di adattarsi al cinismo della società degli uomini, in cui vengono ribaltati gli stereotipi del film di fantascienza e anticipati temi oggi molto attuali come l’emergenza ambientale e lo strapotere delle multinazionali.

Alphaville. Une étrange aventure de Lemmy Caution (Agente Lemmy Caution – Missione Alphaville)
Ispirato a Capitale de la douleur del poeta surrealista Paul Éluard, il film racconta la missione dell’agente segreto Lemmy Caution che, sotto le mentite spoglie di giornalista, arriva ad Alphaville, città del futuro sospesa nello spazio e governata da Alpha 60, un computer capace di privare gli abitanti di emozioni e sentimenti, progettato dal Dottor Von Braun, noto in passato con il nome di Leonard Nosferatu. Jean-Luc Godard firma la regia e la sceneggiatura di un film che solo all’apparenza può essere definito di fantascienza. Ambientato in una Parigi anni ’60 immortalata in architetture avveniristiche, il futuribile è volutamente presentato come parodia del genere spionistico dal quale proviene l’investigatore Caution, personaggio già interpretato da Eddie Constantine, che qui si presta al gioco di un Godard principalmente interessato all’atmosfera e alla sperimentazione di luce e suono.

The Elephant Man
Girato in bianco e nero per rendere più credibile la sua ambientazione vittoriana, The Elephant Man è il primo successo e forse uno dei più famosi e intensi film di David Lynch e riprende il tema della diversità/deformità che già compariva nel suo primo lungometraggio Eraserhead. Basato sulla storia vera di un uomo vissuto alla fine dell’Ottocento, Joseph Merrick (John Merrick nel film), segnato da una malattia che gli deforma progressivamente il viso e il corpo, il film è il racconto struggente della battaglia per la dignità umana di un individuo dietro le cui apparenze mostruose si cela una persona colta e sensibile. Metafora della lotta tra la razionalità della scienza (rappresentata dal medico Treves che lo strappa al suo destino di fenomeno da baraccone) e la forza dell’irrazionalità e dei pregiudizi sociali, The Elephant Man è diventato un film-simbolo per il suo coraggio visivo e narrativo.