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Carlos Casas

Carlos Casas è il protagonista di un doppio appuntamento aperto a tutti, in cui l’artista e filmmaker catalano racconta attraverso immagini e proiezioni gli oltre 10 anni di esplorazione dei luoghi più remoti del pianeta. Nella serata di giovedì 21 febbraio (ore 20) Carlos Casas ripercorre insieme a Andrea Lissoni, curatore di una personale dell’artista che si è tenuta in HangarBicocca nel 2010, i viaggi, i mondi e gli incontri nelle terre remote in quasi 10 anni di lavoro appassionato, presentando in anteprima End. Viaggi alla fine del mondo, un libro (distribuito da Corraini) che raccoglie la documentazione visiva e il dietro le quinte della pluripremiata trilogia.

Dal 2001 l’artista è stato impegnato nel realizzare End: una trilogia di lavori dedicati al vivere in situazioni estreme e remote sulla terra. Il primo capitolo (Aral. Fishing in an Invisible Sea) è lo straordinario racconto di vita di tre generazioni di pescatori che vivono sul Mare di Aral, mentre il secondo, Solitude at the End of the World, racconta i miti e le esperienze immaginarie associate alla Patagonia. La trilogia si è conclusa con un progetto sulla Siberia, premiato come migliore documentario al Mexico International Film Festival FICCO del 2008.

Sabato 23 febbraio alle ore 15.30 si continua con un evento speciale all’interno del calendario Kids: l’artista accompagna con le sue parole la visione del documentario Hunters since the beginning of time, incentrato su un anno di vita nella comunità Chukchi che, al largo delle coste siberiane, nel mare di Bering, caccia le balene secondo tecniche millenarie. L’incontro, a ingresso libero su prenotazione obbligatoria, è dedicato ai bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni e rappresenta un’occasione preziosa per avvicinare i più giovani ai temi e alle modalità di ricerca artistica che caratterizzano il contemporaneo.

L’artista e filmmaker Carlos Casas (Barcellona, 1974) realizza opere a cavallo fra documentario, cinema, arti visive e musica. Attraverso fotografie, installazioni, film e progetti audio, Carlos Casas esplora ambienti geograficamente, psicologicamente o socialmente estremi concentrandosi sull’esperienza transculturale. Dopo l’ingresso a Fabrica nel 1998 Casas realizza il cortometraggio Afterwords (prodotto da Marco Müller), presentato al Festival di Venezia e a quello di Rotterdam. Rocinha. Daylight of a favela (2003) è il suo primo documentario, girato nella più estesa favela di Rio de Janeiro, cui segue nel 2004 il primo episodio di End, trilogia di lavori dedicati al vivere in situazioni estreme e remote sulla terra: Aral. Fishing in an Invisible Sea è lo straordinario racconto sulla vita di tre generazioni di pescatori sul lago Aral. Il film ha vinto il premio come Miglior Documentario al Torino Film Festival (2004), oltre a essere stato selezionato al Rotterdam Film Festival, a Visions du Réel di Nyon, a One World Prague e a Documenta Madrid, dove ha conseguito la menzione speciale della giuria. Nel 2005 Casas conclude Solitude at the End of the World, risultato della sua ricerca in Patagonia che ha ottenuto il premio speciale della giuria al Buenos Aires International Film Festival nel 2006. La trilogia di film End, dedicata alle condizioni ambientali del pianeta, si è chiusa con il progetto sulla Siberia, premiato come Miglior Documentario al Mexico International Film Festival (FICCO) nel 2008. La trilogia di fatto è sia una serie di tre film documentari – di 52 o 87 minuti – sia una ricerca effettuata attraverso fieldworks (riprese statiche o con lenti movimenti di camera, basate su radiofrequenze che entrano a fare parte dell’opera e che fungono da strumenti alternativi per catturare le stratificazioni invisibili dei luoghi) e materiali d’archivio. Il libro pubblicato da Corraini Edizioni ne rappresenta il capitolo finale.

© Foto: Niccolò Rastrelli